Cena con Cottarelli

La maggior parte delle persone legge mediamente un libro all’anno. Se tu leggessi un libro a
settimana su uno specifico argomento, in un anno avrai letto 52 libri. Rispetto al resto della
popolazione, potrai considerarti un esperto su quella materia specifica!
Brian Tracy

Ora magari Tracy esagera sul fatto di diventare degli esperti, ma di sicuro incrementare il nostro
bagaglio di conoscenze ci renderà decisamente più capaci rispetto al mondo che ci circonda.

La cena di ieri sera con Carlo Cottarelli mi ha spinto a riaprire la mia stipata libreria. Sono andato a rivedermi la triade da lui pubblicata in questi anni tramite Feltrinelli:

La lista della spesa. La verità sulla spesa pubblica italiana e su come si può tagliare. Roma,
Feltrinelli, 2015
Il macigno. Perché il debito pubblico ci schiaccia e come si fa a liberarsene, Roma, Feltrinelli, 2016
I sette peccati capitali dell’economia italiana, Roma, Feltrinelli, 2018

Ho letto tutti e tre i testi e li consiglio a tutti coloro che con pazienza desiderino capire qualcosa del funzionamento dell’apparato pubblico in Italia.
Prima dei suoi libri, tuttavia, vorrei ricordare il personaggio; traggo da internet (wikipedia):

Carlo Cottarelli, un curriculum di tutto rispetto.
Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università di Siena, ha conseguito il master in Economia presso la London School of Economics. Ha lavorato nel Servizio Studi della Banca d’Italia (1981-1987), Dipartimento monetario e settore finanziario, e dell’Eni (1987-1988).

Dal settembre 1988 lavora per il Fondo monetario internazionale nell’ambito del quale ha fatto parte di diversi dipartimenti: il Dipartimento europeo, del quale è stato vicepresidente; il Dipartimento monetario e dei capitali; il Dipartimento Strategia, Politica e Revisione, del quale è pure stato vicepresidente, occupandosi tra l’altro di riforma della sorveglianza; il Dipartimento Affari Fiscali.
Nel 2001 è stato senior advisor nel Dipartimento Europeo come responsabile per la supervisione della attività del FMI in una decina di Paesi, ed è capo della delegazione del FMI per l’Italia e per il Regno Unito.
Dal novembre 2008 al 2013 ha assunto l’incarico di direttore del Dipartimento Affari Fiscali del FMI.
Inoltre è stato responsabile per lo sviluppo e la pubblicazione di Fiscal Monitor, una delle tre riviste del FMI. Ha scritto diversi saggi sulle politiche e istituzioni fiscali e monetarie, libri sull’inflazione, politica monetaria e tassi di conversione.
L’incarico di commissario alla revisione della spesa
Nel novembre 2013 è stato nominato dal Governo Letta commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica. L’attività del commissario straordinario riguarda le spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché della società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati.
Il 1º novembre 2014, su nomina del Governo Renzi, è diventato direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale. Per questo motivo il 30 ottobre del 2014 ha lasciato l’incarico di commissario alla revisione della spesa. In un’intervista rilasciata poco prima del termine dell’incarico ha parlato della difficoltà a relazionarsi, prima ancora che con il sistema politico, con quello burocratico, a suo dire chiuso ed estremamente impermeabile ad ogni azione finalizzata a modernizzarne l’attività. Dal 30 ottobre 2017 è direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano.[11]
Presidente del Consiglio incaricato
In seguito al tentativo fallito da parte di M5S e Lega di formare un governo dopo le elezioni politiche del 4 marzo ed alla rimissione dell’incarico da parte di Giuseppe Conte, il 28
maggio 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella convoca Cottarelli e gli conferisce
l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri, accettato con riserva, per la formazione di un
governo tecnico provvisorio. Tuttavia, il 31 maggio Cottarelli rinuncia a sua volta “essendosi
nuovamente create le condizioni per un governo politico”, spianando così la strada per la nascita
del Governo Conte.

Concentriamoci ora sull’ultima sua opera letteraria dove il Professor Cottarelli ha individuato i 7
principali problemi dell’economia italiana.
L’economia italiana è cresciuta poco negli ultimi vent’anni. Ha accelerato un po’ nel 2017, ma hanno accelerato anche tutti gli altri paesi. Perché nell’ultimo ventennio l’Italia non è cresciuta? Secondo Carlo Cottarelli esistono alcuni ostacoli molto ingombranti. Sono i sette peccati capitali che bloccano il nostro paese: l’evasione fiscale, la corruzione, la troppa burocrazia, la lentezza della giustizia, il crollo demografico, il divario tra Nord e Sud, la difficoltà a convivere con l’euro.
Quali sono le cause di questi peccati? Davvero commettiamo più errori degli altri paesi? Ma,
soprattutto, ci sono segnali di miglioramento e speranza per il futuro?

Non riesco in questa sede a riassumere un libro di 176 pagine anche se ben scritte, quello che mi ha colpito di quanto sentito di persona ieri sera è che nonostante tutto l’Italia potrebbe e deve farcela: ha risorse imprenditoriali, culturali, economiche e motivazionali per rinascere. Anche se, va detto, esistono indubbiamente ombre all’orizzonte. Il Professore ha calcolato che basterebbe che il Pil italiano anziché crescere come atteso, scendesse, anche solo dell’1 per cento, a causa di shock esterni o interni, basterebbe questa piccola discesa perché il macigno del debito pubblico rischi di rotolare a valle in modo difficilmente controllabile. E’ sua opinione che difficilmente, nonostante l’evidenza quotidiana, lo shock avrà origini interne: il Ministro Tria e tutta la sua squadra al ministero sa esattamente quello che va fatto e come va comunicato ai mercati finanziari. Viceversa, la preoccupazione maggiore del Professor Cottarelli è quella che possa arrivare uno shock esterno in grado di innescare una crisi di sfiducia sull’Italia simile a quella già vissuta nel 2011. Insomma, siamo costretti, come sempre, ormai da anni, ad arrivare fino ad un centimetro dal baratro per costringerci a risorgere… E’ un peccato in un paese che avrebbe tutte le carte in regola per non essere secondo a nessun altro al mondo…

Comunque personalmente ho apprezzato molto la figura di questo professore che si relaziona con
molta umiltà e accessibilità, che ha toni pacati e competenti ma parole sincere fondate su robuste
analisi numeriche. Anche se lo devo confessare non mi sono trovato pienamente allineato alle sue
posizioni; purtuttavia è una persona che accetta il confronto e che ragiona sui fatti. Una vera eccezione nell’attuale panorama italiano… purtroppo! Ma questa è solo la mia modestissima opinione.

Una forte stretta di mano a ciascuno di voi e buon investimento a tutti noi!
Carlo Galbiati

Si non quicquid fieri potest pro futuro habes, das in te vires rebus adversis, quas infregit quisquis prior vidit.
Accresce la forza delle avversità chi pensa che non siano imminenti; chi le prevede, invece, le disarma.
[Seneca, De tranquillitate animi, XI, 12]

GALBIATI CARLO F.F.
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Carlo F.F. Galbiati | consulente finanziario | consulenzafinanziaria@carlogalbiati.it

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