Ribilanciamento di portafoglio: l’eterna lotta tra prudenza ed avidità

Ci voleva proprio Trump – “The Donald” – per sparigliare tutte le aspettative di rallentamento della salita dei prezzi della borsa americana che sale quasi ininterrottamente ormai dal 2009, trascinandosi dietro tutti i listini mondiali.

Nessuno sa o può dire quanto a lungo ancora la finanza borsistica potrà andare bene ma tutti conoscono nel profondo del proprio animo di investitore che prima o poi, improvvisamente o lentamente, il ciclo dovrà necessariamente rallentare e poi invertire la marcia, almeno per qualche quadrimestre. Così è sempre stato e così sempre sarà! Tanto più in un momento come questo dove regna la volatilità come regina occulta e a volte capricciosa del mercato. Si pone allora nell’animo di ciascun risparmiatore l’eterno dilemma: prendere profitto e mettersi al sicuro o continuare a rimanere esposti al mercato.

Lasciar correre i profitti o prendere beneficio del capital gain maturato finora è l’eterno dilemma del buon risparmiatore. Gli operatori del settore definisco ribilanciamento di portafoglio quell’insieme di spostamenti tra i vari asset detenuti che hanno la finalità di riportare, dato un preciso contesto di mercato, la propria esposizione complessiva a livelli congruenti con il proprio profilo di rischio e rendimento atteso in un dato orizzonte temporale.

Il ribilanciamento può essere affidato a strumenti tecnologici o può essere calibrato manualmente, può essere fatto con cadenza temporale periodica o unicamente in determinati momenti di mercato o in previsione di eventi personali e familiari ben definiti. Può essere attuato su parte dei propri asset o su tutti. Può essere tardivo o troppo anticipato. Può essere un errore o una gran bella mossa. Può essere tutto..purchè si faccia! Questo almeno il parere di chi scrive.

Occorre prendere coscienza che anche non fare nulla è in realtà una vera e propria decisione finanziaria. Nel lungo termine forse la migliore, ma non sempre e non per tutti e quasi sicuramente non nel breve termine.

Warren Buffett, uno dei più grandi investitori ancora viventi, è solito ripetere che “occorre essere prudenti quando tutti sono avidi e avidi quando tutti sono prudenti” e almeno dai risultati ottenuti in tutti questi anni pare che l’adagio abbia portato frutto, di sicuro al suo portafoglio.

Non esistono regole meccaniche valide sempre, ovunque e per tutti ma certamente esiste un approccio prudenziale variabile che è adeguato a ciascuno di noi. Il peccato sarebbe rendersene conto tardi, magari quando i buoi sono ormai scappati dalla stalla. Evitiamo le scelte estreme, rinunciamo ad una parte di guadagno potenziale ma rimaniamo posizionati almeno in parte, alleggerendo però il rischio. Se i mercati continuassero a salire ne trarremo giovamento (anche se un po’ meno di chi sarà rimasto totalmente investito), se i mercati iniziassero a correggere ci saremo messi sul chi va là pronti a cogliere eventuali opportunità di ingresso più favorevoli che in futuro potrebbero manifestarsi.

Peter Lynch, uno dei più grandi gestori al mondo, diceva che l’ultimo e il primo 30% del guadagno ottenibile da un trend preferiva sempre lasciarlo ad altri. Un uomo saggio, come ce ne sono pochi, oggi, come allora. E’vero chi non risica non rosica, ma chi s’accontenta gode!

 

GALBIATI CARLO F.F.
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